STORIE

C’è una città “del piano di sotto” a Torino, che non smette mai di sorprendere. Una città per lo più ignota che custodisce gelosamente le memorie della sua storia millenaria nei resti delle tante ricostruzioni che si sono andate stratificando fino al piano di calpestio delle attuali vie e piazze.

Tant’è, quando passeggi per Torino, se ne vuoi cogliere la profondità devi vedere il suolo come una sorta di diaframma tra il sopra e il sotto ed immaginare come piani che gli edifici mostrano “fuori terra”, corrispondano a volte altrettanti piani sotterranei che si snodano nelle viscere sepolte del territorio urbano.

Un po’ alla volta, a partire dalla fine del XVIII secolo alcuni scavi hanno squarciato il velo del tempo, e fatto riaffiorare brandelli di storia dimenticata ma “cristallizzata” nel sottosuolo cittadino.

Fu Alfredo d’Andrade, ad esempio, personaggio di spicco della cultura dell’epoca, che forte dei suoi studi antiquari e delle sue ispezioni archeologiche riportò alla luce parte delle pietre Romane di Torino ricostruendo anche una parte di muro, nei pressi della Porta Palatina ma soprattutto facendo affiorare i resti del teatro di epoca romana, la porta Decumana sotto palazzo Madama, contribuendo a chiarire i contorni della vecchia Augusta Taurinorum….

Trascorsi i burrascosi secoli delle invasioni barbariche la città si ridefinisce in superficie, partendo dall’antico nucleo ma le nuove chiese, i nuovi palazzi, manterranno le fondamenta dei vecchi edifici e ne costruiranno di nuovi, dotandoli tuttavia sempre di profondi spazi sotterranei.

Gli scavi più recenti sotto il Duomo e sotto la Chiesa della Consolata (quest’ultimo cantiere aperto)ci raccontano dello sviluppo della diocesi cittadina e del monastero benedettino a ridosso della cinta muraria romana, di come i luoghi di culto custodiscano sempre il senso della memoria: la chiesa superiore diviene così chiesa inferiore; la Cripta, luogo di suprema sacralità, oltre a reggere con le sue volte l’edificio soprastante viene dedicata ad uso funerario: una necropoli immensa che conserva i resti e i nomi di coloro che nacquero, vissero, lavorarono e morirono in quei secoli di cui spesso ricordiamo solo i nomi dei potenti e dei loro architetti.

Mentre i Palazzi della nobiltà terriera che dalla provincia confluisce verso la capitale Sabauda a partire dal XVII secolo , si dotano di due, talvolta anche 3 piani sotterranei… sono i famosi INFERNOTTI...forse reminiscenza delle segrete dei castelli medievali epoca da cui si facevano discendere i vari rami delle casate nobiliari piemontesi.

Luoghi in cui si celano le inaspettate vie di fuga che permettono di mettersi in salvo senza percorrere la città del piano di sopra: una fitta, quasi interminabile rete di gallerie di collegamento oggi in buona parte ormai inaccessibile, generata nella sua fase iniziale dalla più straordinaria opera di ingegneria militare che connoterà la Torino di quel tempo: la Cittadella.

E qui si incontra il più grande gigante sepolto della nostra città (in realtà solo pochi metri) che un po’ alla volta sta affiorando: dalla scoperta nel 1958 della celebre “scala di Pietro Micca” ,non si è mai smesso di scavare…. Per ritrovare quei 14 km di gallerie sotterranee che si estendevano quasi come una ragnatela intorno alla fortezza e si aggiungevano ad altri 7 km che la univano il centro di Potere (il palazzo Reale), intercettando gli infernotti di quei palazzi i cui proprietari avevano peraltro molto spesso incarichi di rilievo a livello politico e militare.

Ma una “Torino Sotterranea” oltre il Museo Pietro Micca esiste davvero?

A partire dal 1997, questa domanda è una diventata una fonte di ricerche e di studi per Somewhere tour che, grazie agli studi e libri del giornalista Renzo Rossotti, ha iniziato le ricerche sul campo e negli archivi.  Scartabellando una antica “guida alla Città di Torino” del 1753 vengono fuori le antiche ghiacciaie e la loro ubicazione... una caccia al tesoro in Città fa scoprire che esistono ancora, in un parcheggio sotterraneo... basta aprire una porta allarmata et voilà...la barriera del tempo si rompe, un salto indietro di almeno 300 anni... ecco le antiche Ghiacciaie.. inspiegabilmente dimenticate...    

n tempo, dal Seicento sino alla seconda Guerra mondiale esiste una Torino Sotterranea che ha dato aiuto, protezione, rifugio alla Torino del “piano di “sopra” – un filo che percorre il tempo e lo spazio e che si ritrova, intatto, soltanto quando si scendono 10 gradini e si entra in un altro “spazio-tempo”, molto distante dalla nostra frenesia quotidiana e disattenta.

Così, in Corso Valdocco, viene riscoperto quasi per caso un rifugio antiaereo della seconda guerra Mondiale per i giornalisti della Gazzetta del Popolo ma non solo... man mano che la Città si trasforma nuovi “varchi” si aprono e si riscoprono – per esempio – altri rifugi della seconda guerra mondiale rimasti inesplorati sino ad ora...            

La seconda guerra mondiale – che inizia a Torino nel giugno del 1940 con i primi disastrosi bombardamenti sulla Città - sorprende e sciocca la popolazione torinese che si vede senza difese.

Le prime bombe cadono sula mercato di Porta Palazzo e sulle vie li intorno, creando panico e terrore... si inizia a scavare per riutilizzare i sotterranei dei Palazzi più antichi e costruire dei rifugi anti-aerei, per sfuggire alle bombe che piovono dal cielo...

A segnalare la presenza di un rifugio sovente un grande R bianca a fianco del portone, a volte una immagine della Madonna, per i torinesi “La Consolata” a cui chiedere protezione.. anni di guerra, di paura, di fame che gli italiani vogliono cancellare subito, appena possibile.

Ed ecco – la guerra è finita – scende l’oblio su un tempo che non si vuole più ricordare.. ora Torino è di nuovo la grande Città : si pensa solo a costruire, ricostruire, chiudendo quelle porte che portavano ai rifugi. OBLIO è la parola d’ordine. 

Ma poi la memoria ritorna, gli studi del giornalista  Renzo Rossotti sulla Torino in guerra prendono la forma di libri autobiografici, la collaborazione con Somewhere tour fa scoprire che la Città sepolta è interessante, suscita la memoria, la curiosità di sapere e di andare a vedere oltre quella porta chiusa, scendendo i gradini della Storia per guardare – come in uno specchio scheggiato – il proprio passato riflesso e smarrito.. 

La Seconda Guerra Mondiale ha lasciato un segno in tutto il mondo e a Torino in particolare – la Città che ha subito i maggiori danni, quella che ha ancora luoghi segreti e sotterranei da scoprire e da far scoprire...   

Il recupero di un rifugio nel pieno centro storico di Torino – appena ritrovato – appena scoperto e non ancora visitabile: un’altra “rivelazione” fatta da chi porta avanti il lavoro di studio di Renzo Rossotti e che vorrebbe rendere visitabile anche questo pezzo di Torino Sotterranea.

In questo senso Somewhere tour Operator è stata coinvolta nell’operazione di fund raising della piattaforma WILL WORLD – la prima piattaforma per fund raising per arte – storia e cultura – Il

Ne siamo orgogliose – il nostro passato è anche il passato di tutta Europa : la sua nostra riscoperta deve diventare la riscoperta di tutti e passa da un turismo attento, curioso di scoprire, da qui inizia il nostro “voyage à l’envers” ha inizio: per farvi emozionare con noi, ogni volta, sulla soglia della buia entrata di un sotterraneo che vi accoglie per farvi conoscere un volto sconosciuto e straordinario dell’Italia….  

Scendi con noi nei sotterranei della città!

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